Ogni tanto vado in giardino, dal cane,e ci gioco,tiro la palla da tennis e lui la rincorre,mi piace calpestare l'erba appena tagliata,morbida è come il pandoro a natale.
Ogni tanto prendo la carabina,esco,e sparo a qualche merlo sui rami dei pini che canta.
Ogni tanto mi reco dal mio rosmarino,in primavera,ove vi sono le mie api,le mie care api che lavorano e faticano e s'impippano di polline,e sene impippano della mia presenza,tanto che,quando voglio prendere un ape in mano,lo faccio senza essere puncicato.
Ogni tanto vado sotto l'albero di limoni,ne stacco qualcuno,ne mangio qualcuno.
Ogni tanto vado sotto il nespolo e ne colgo qualcuno,quindi lo mangio e le mani divengono appiccicose causa il liquido delle nespole.
Ogni tanto,a settembre,colgo l'occasione di andare sotto l'albero di fichi e gustarmene qualcuno.
Faccio questo perché mi piace,mi dà u senso di libertà,quando esco in giardino.
Mi sento libero,estraneo a tutto,sereno,soprattutto quando vado dalle mie api,le vedi là che volano in giro,poi si posno sui fiori del rosmarino e li succhiano o non sò cosa facciano,il risulatto è che diventano tutte infarinate di giallo,ossia di polline,che forti le mie api.
Gabriele D'annunzio.
3 commenti:
la pianta in foto non è marijuana,purtroopo.
In quanto alla pinata della marijuana,Luigi basta fumarti,smetti! vedi che sogni strani che fassi! andammo a parigi,e giorgino mori,cosi,d'un tratto,col capo chino e un finocchio nel c... (Mariano-maria-juana)
commovente
L'uomo delle api
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